PERSONAGGI

Paolo e Francesca, un amore impossibile

Abbiamo già affrontato storicamente le figure di Paolo Malatesta e Francesca Da Polenta, la loro esistenza e i loro destini sono scritti in varie fonti storiche, e il perché Francesca dovesse essere data in sposa a Giangiotto è ben chiaro nello scenario politico di inizio ‘300. Ma allora perché questi due personaggi hanno così attirato l’attenzione di letterati ed artisti – primo tra tutti Dante – e perché proprio loro sono posti là, a rappresentare tutto quello che l’amore raffigura e trasfigura nella vita di tutti noi? Difficile dirlo e dare una risposta definitiva, eppure ci troviamo in questa terra, la Valmarecchia, in bassa Romagna, e in questo periodo, il tardo medioevo, dove tutto sembra più fluido, con un piede nel futuro e uno nel passato. Forse per questo Dante mette i due amanti nella parte più “periferica” dell’Inferno, dove i condannati in realtà non fanno altro che vivere eternamente ciò che li ha resi dannati, quindi non una vera e propria punizione, una sorta di peccato veniale eterno, una comprensione di fondo per un sentimento molto umano.

 

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.

(Canto V, Inferno, Divina Commedia di Dante Alighieri)

 

Nella narrazione storica e mitologica Francesca e Paolo furono uccisi dal fratello di quest’ultimo Giovanni (detto Giangiotto), entrambi figli del capostipite del casato Malatesta detto il “Mastin Vecchio” proprio da Dante, in un luogo che le fonti storiche non hanno mai ben definito, essendo stati celati dal Casato Malatesta il più possibile gli accadimenti del fatto di sangue (addirittura potrebbe non essere accaduto, o accaduto in maniera diversa; per esempio, alcune fonti storiche riconoscerebbero Paolo Malatesta presente a Firenze 20 anni dopo gli accadimenti descritti nella Divina Commedia). Giangiotto, marito di Francesca, uccise i due amanti in un moto di violenza su cui il sommo Poeta non si focalizza, concentrandosi invece sul fatto che li ancòra all’inferno, vale a dire il loro amore che, anche se riconosciuto sbagliato perché adultero, sopravvive per l’eternità e rappresenta uno dei più grandi affreschi in versi che l’arte abbia mai tributato al sentimento.

 

Francesca Da Polenta è una ragazza forse ingannata, costretta per motivi politici ad andare in sposa a Giangiotto, dopo che lei fu ingannata quando gli fecero credere che il bel Paolo, emissario per conto del fratello presso la sua famiglia, fosse il promesso sposo. Al giorno delle nozze per procura Francesca si trovò sì il bel Paolo, ma – per procura appunto – divenne la moglie del più brutto, grossolano, iracondo (e zoppo pare) Giangiotto. Nella narrazione storico/mitica Francesca e Paolo caddero vittime della loro passione, galeotta fu la lettura dei racconti di Re Artù e della vicenda di Ginevra e Lancillotto, che i due spasimanti stavano svolgendo assieme, quando un bacio scoccò tra i due. Giangiotto, avvisato da un cugino presente nascosto fu avvisato, e preso da un moto d’ira trafisse con la spada i due sfortunati amanti. Questo è quello che il mito ci racconta, e Dante ce ne restituisce l’essenza nella Divina Commedia.

 

 

Forse questo amore proibito doveva passare per la morte per diventare paradigma per tutti gli amanti da lì in avanti. Difficile dire se i fatti fossero effettivamente questi, ma certo è che che i due personaggi esistettero nei manieri e nei possedimenti dei Malatesta. Ancora oggi il fascino di questa storia permea il casato e i luoghi che hanno visto le vite di questi protagonisti della letteratura mondiale.

Paolo e Francesca, un amore impossibile